Tra le malattie croniche che colpiscono la popolazione mondiale, le malattie respiratorie, l’asma e le allergie rappresentano una vasta gamma di gravi condizioni patologiche, per le quali si prevede un trend in crescita per i prossimi anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’aumento della frequenza di tali patologie è correlabile a cambiamenti degli stili di vita, a fenomeni di urbanizzazione e alla crescente tendenza delle popolazioni occidentali a vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi, scarsamente ventilati, con microclima caldo-umido e presenza di elevati livelli di inquinanti chimici e di allergeni.
Negli ultimi decenni l’attenzione del mondo scientifico e istituzionale si è rivolta in modo particolare ai problemi correlati alla qualità dell’aria degli ambienti confinati ed è maturata una sempre maggiore sensibilità e consapevolezza sull’importanza delle problematiche di salute e comfort tipiche degli ambienti confinati. Un argomento di particolare interesse e di notevole rilevanza sociale è quello inerente i rapporti tra inquinamento dell’aria indoor e la salute respiratoria delle persone che trascorrono molto tempo negli ambienti chiusi, adibiti a dimora, svago, studio, lavoro e trasporto.
L’apparato respiratorio rappresenta, infatti, la porta d’ingresso di vari contaminanti indoor aerodispersi. Si tratta soprattutto di prodotti della combustione, agenti biologici/bioaerosol (virus, batteri, funghi, prodotti di animali domestici, ecc.), Composti Organici Volatili (COV), radon (e suoi prodotti di decadimento) e monossido di carbonio.